Alle 8 della mattina del giorno 26 dicembre del 2004, mentre la città di Banda Aceh si stava svegliando, la terra iniziò a tremare e per quasi 10 minuti non si fermò. Il secondo terremoto più forte mai registrato coinvolse la costa ovest di Sumatra e distrusse buona parte della città di Banda Aceh. Il peggio stava ancora per venire perché solo un’ora dopo il terremoto ci furono vari tsunami nella maggior parte dei paesi nella costa dell’oceano Indiano. A Banda Aceh l’acqua arrivò fino a 9 km dalla costa e solo in questa parte morirono più di 60 mila persone (quasi un quarto della popolazione della città).
Ricordando questo avvenimento e le immagini di questa tragedia, arrivare in questa città fa un certo effetto. Per fortuna gli effetti della tragedia si vedono appena nell’aspetto della città; la parte costiera che venne distrutta è stata ricostruita con il lavoro delle persone locali e l’aiuto di quasi tutti i paesi del mondo.
Con un becak fummo a visitare i punti della città dove si ricorda il tsunami. L’oggetto più emblematico è una barca da pesca di 20 metri che arrivò fino al tetto di una casa, non c’è bisogno d’altro per potere immaginare la forza delle onde.
In un altro luogo ci sono due barche nella terra che si trovano in mezzo a case ricostruite e si può vedere anche una nave che il tsunami trascinò a 5 km dal porto verso l’interno.
Terminammo la visita con il museo del Tsunami che è stato inaugurato da poco, l’esposizione di foto, i modellini ed il video ti lasciano ammutolito. La maggior parte delle immagini le avevamo già viste nei mezzi di comunicazione, ma vederle qui su uno schermo gigante ed in mezzo alle persone locali, delle quali molte hanno perso amici e familiari, ti fa venire la pelle d’oca.
Usciti dal museo ci siamo seduti nel parco vicino, dove ci sono sculture di ringraziamento a tutti i paesi che hanno aiutato ed un monumento di ringraziamento al mondo.
Uscimmo da uno stato malinconico grazie ad una bambina che giocava nel parco e ci guardava per attirare la nostra attenzione. Le facemmo una foto con il museo del Tsunami come sfondo; per noi questa foto rappresenta la vittoria delle persone locali sulla grande tragedia che li colpì.
Per ultimo visitammo la moschea della città che miracolosamente rimase integra. Non lasciarono entrare Rachele nemmeno nel giardino. Sumatra è la regione musulmana più conservatrice di tutta Indonesia.
Rientriamo a Kuala Lumpur, ultima fermata prima del nostro rientro a casa.
PS: Il giorno dopo aver lasciato Banda Aceh ci fu un altro terremoto forza 6,1 a 50 km al sud della città. A Banda Aceh non ci sono stati danni gravi, solo tanta paura. Nella città dell’epicentro però molte case furono distrutte e morirono piú di 20 persone. Per fortuna lo abbiamo evitato perché ci avrebbe fatto moltissima paura viverlo.
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