Il viaggio dalle 4000 isole fino a Siem Reap è stato il viaggio più lungo e stancante da quando siamo nel sud est asiatico. Sono state 15 ore di viaggio, che ricordando i viaggi fatti in Sud America non sono poi così tante, ma siamo arrivati distrutti. Alla frontiera Cambogiana ci siamo scontrati con la famosa corruzione che c’è in questi paesi. Volevano che pagassimo 2 dollari per metterci il timbro sul passaporto, ci siamo negati ed alla fine ci hanno detto di stare zitti e ce lo hanno messo senza pagare. Il colmo è che anche la persona del bus incaricata di timbrare i passaporti e fare il visto ci aveva chiesto 6 dollari per portare a timbrare i passaporti. Bhé alla fine tutti cercano di guadagnarci qualche cosa.
A Siem Reap siamo arrivati a mezzanotte e ci siamo diretti alla Yellow Guesthouse che ci era stata raccomandata da Walt il nostro amico Canadiense conosciuto a Muang Ngoi. Con noi ‘e venuto anche Miguel Àngel un ragazzo spagnolo conosciuto nel bus. Questo ostello è uno dei migliori in cui siamo stati, bello, pulito, personale gentile e l’ambiente familiare.
Il primo giorno ci siamo rilassati nella terrazza dell’ostello, abbiamo rincontrato Walt che casualità era a Seam Reap e con Miguel Ángel in un tuk tuk siamo andati a vedere il tramonto nel complesso di Angkor Wat.
Subito abbiamo capito che per i successivi tre giorni di visita dovevamo organizzarci bene se non volevano che in tutte le nostre foto al posto di esserci i templi ci fossero i cinesi. La sera siamo andati al mercato notturno, che dopo aver trascorso un mese nel tranquillo Laos ci è sembrato abbastanza movimentato.
Levataccia alle 4.30 per andare a vedere l’alba nel templo principale di Angkor Wat. Siamo arrivati tra i primi ed abbiamo potuto sederci in prima fila davanti a tutti i cinesi con il mega tripode. L’alba in questo luogo è davvero suggestiva, si vede il cielo cambiare colore ed il sole spuntare da dietro uno dei pinnacoli del tempio.
Con Miguel Àngel e tramite l’ostello abbiamo contrattato un tuk tuk molto economico che ci ha portato in giro tutto il giorno. Abbiamo visto il grande templo di Angkor Wat, poi il complesso di Angkor Tom dove si trovano i templi più famosi come il Bayon che forse è quello più incredibile di tutti. Qui c’era moltissima gente e non siamo rimasti molto anche perché sapevamo che saremo tornati in una fascia oraria più tranquilla.
Con il tuk tuk abbiamo fatto il circuito grande visitando anche i templi di Preah Knan, Neak Pean, y Pre Rup, in questi ultimi templi c’erano meno persone. Ci siamo fermati a mangiare in uno dei tanti posti che ci sono nel complesso monumentale. Dopo aver visto il prezzo esageratamente caro de avere detto categoricamente no, una signora ci chiamò ed in silenzio quasi nascondendosi ci fece vedere il menu più economico. Praticamente hanno un menù per i turisti ed un altro per gli altri. Alla fine abbiamo mangiato spendendo un terzo del menù ufficiale.
Chiudemmo la prima giornata di visita ad Angkor Wat con il tempio Ta Prohm anche questo un templo molto conosciuto perché all’interno ci sono alberi enormi. Fu molto divertente perché Miguel Àngel cercava un albero che aveva visto in una foto, ma alla fine ce n’erano talmente tanti che no riuscì a riconoscerlo. La sera cenammo tutti e tre assieme dopo esserci fatti un massaggio cambogiano.
Il secondo giorno siamo andati ai templi di Roulos ma questo ve lo racconteremo nel prossimo post.
Il terzo giorno abbiamo noleggiato una bici e siamo ritornati nel complesso di Angkor Wat. Faceva molto caldo ma per fortuna buona parte della strada era all’ombra di grandi alberi.
Abbiamo visitato il tempio Banteay Kdei ed altri templi più piccoli, concludemmo la visita con il Bayon dove questa volta eravamo quasi soli.
In tutti i templi ci sono bimbi che vendono cartoline e sono molto carini perché parlano un po’ di tutte le lingue ti fanno morire dal ridere. Prima di lasciare definitivamente il complesso siamo andati a rivedere il tempio principale di Angkor Wat. Nonostante sia un luogo molto turistico questi templi sono unici al mondo e rimani a bocca aperta mentre li visiti.
L’ultima sera salutammo Siem Reap con una grigliata jemer nel mercato notturno. Ti danno un fornetto da campeggio, e tu cucini il tutto in una pentola speciale dove sotto va il brodo con i noodles e verdura e sopra si cucinano la carne ed il pesce. Gnam gnam!!
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