E’ dalle 5 di questa mattina che sono sveglia e che penso. In quest’ultima settimana sono diventata piú “wise” più sensibile, più pensativa, saranno gli effetti collaterali della botta di cortisone che sto prendendo per un’allergia tremenda che mi è uscita la settimana scorsa o il dolore alla schiena che da ieri sera mi accompagna o non so cosa, ma stamattina mi sono svegliata riflessiva pensando a tutte quelle persone che vivono una vita che io chiamo in attesa.
Chi mi conosce sa che normalmente non pubblico cose così personali e se ci penso nemmeno so in che categoria metterò questo post ma ho queste cose da dirvi e così, dal divano di casa mia, con una luce fioca accesa, in pigiama sotto una coperta, scrivo su questo blog, dove di solito parlo di viaggi, questa mia riflessione personale. Sto pensando a tutte quelle persone che vivono una vita in attesa, in stand by. La mia non vuole assolutamente essere una critica ma solamente una riflessione personale. Parto da me, dalla mia situazione. Ho un lavoro più o meno stabile che mi da anche qualche soddisfazione e non mi possono molto lamentare, poi ho una testa che a volte faccio fatica a fermare che è piena di idee e se ne inventa una ogni giorno, idee che quasi sicuramente non si materializzeranno, ma che comunque arrivano inarrestabili. Lo sò sono una persona irrequieta e ultimamente lo sono ancora di più, da quando due mesi fa mi hanno tolto una ciste sul polso ed ho smesso forzosamente di fare yoga. E così dato che alla mia testa, in questo momento, non vengono più idee per me, si è messa a riflettere sui massimi sistemi del mondo e sulla vita in attesa.
Tantissime sono le persone che vivono questa vita, io la chiamo in attesa o stand by perchè sembra che vivano aspettando qualcosa, che probabilmente non arriverà mai. Non sto criticando chi fa una vita regolare, con un lavoro fisso una famiglia assolutamente, non è questa la mia idea. Ma si volevo invitarvi a riflettere su come viviamo il nostro tempo, le nostre giornate. Andiamo al lavoro, ci occupiamo delle nostre cose, chi della casa, chi della famiglia, chi di sè stesso… ma credo che ultimamente tutti siamo talmente presi dalle nostre mille cose da fare che a volte perdiamo un po’ di vista quello che veramente ci piace, quello che realmente ci fa felici e ci condanniamo da soli a vivere la vita che la società si aspetta che viviamo una vita che ci appartiene solo in parte. Quante volte non abbiamo detto vorrei fare quello, vorrei fare questo, mi piacerebbe… occhio che non sto parlando di andare sulla luna e nemmeno di comprare cose materiali; ma perchè dobbiamo rinunciare a tante cose che potrebbero farci felici? E lo so che sono fissata con i viaggi, ma non è di un viaggio quello di cui sto parlando, è quel qualcosa che appartiene ad ognuno di noi e che ognuno abbiamo di diverso.
Ebbene; questa è la mia riflessione, per niente originale, lo sò, che a dire la verità fa anche tanto coaching (cosa che proprio non sono) ma che considero vera; da non dimenticare.
Sia quale sia la tua vita cerca
PROATTIVITA’ cerca di essere proattivo, non aspettare che le cose arrivino da sole.
TROVA ciò che ti piace fare.
ESCI DALLA TUA ZONA DI COMFORT, anche solo un pochino.
ENTUSIASMATI, trova l’entusiasmo facendo quello che ti piace.
NON AVERE PAURA di sbagliare.
VIVI; NON RIMANERE IN STAND BY
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