Da Cuzco abbiamo preso un van in direzione Ollantaytambo, volevamo andare a Patacancha una comunitá che ci aveva raccomandato Willy nella quale si puó vivere con persone locali e condividere il loro stile di vita. Arrivati a Ollantaytambo abbiamo mangiato e siamo andati a comprare zucchero e pane da portare alla comunitá. Ci avevano raccomandato di non portare dolci e caramelle, per via dei denti dei bambini che si possono cariare, e di portare al loro posto zucchero, farina o pane. A Ollantaytambo abbiamo iniziato a verificare la maniera per arrivare alla comunitá che si trova a 3800 metri di altezza sopra il ivello del mare, abbiamo scoperto che a quell’ora non c’erano van che ti portavano fino a li ed un taxi costava un botto! Che facciamo? Per fortuna l’agente di polizia al quale avevamo chiesto informazioni ci fece caricare nel 4×4 dell’incaricato del comune che andava alla comunitá. Gli incaricati del comune vanno nelle comunitá, solo una volta al mese per portare farina e latte alle famiglie con bimbi minori di 6 anni. Ci siamo fermati nella comunitá di Huilloc, qui c’era un altro furgone del comune, quello del medico. Tutte le donne e bambini della comunitá erano li. Qui donne, bambini e uomini vestono con vestiti tipici molto colorati.
Quando siamo arrivati i bambini ci guardavano mentre agli adulti non importava la nostra presenza; alla fine abbiamo scoperto che i bambini piú che noi guardavano la jeep del comune. Le ragazze del comune iniziarono a distribuire farina e latte, mentre noi facevamo foto.
Abbiamo parlato un po’ con il medico che ci spiegó che queste comunitá sono molto povere, le persone vivono di ció che coltivano, basicamente patate (in questa zona non cresce niente altro) e degli animali che allevano come pecore, conigli e maiali. Siamo rimati a Huilloc quasi due ore ed alla fine abbiamo fatto amicizia con quasi tutti i bambini. Erano molto curiosi di vedere le foto che gli scattavamo e venivano apposta per farsi fare una foto per poi vederla nel lcd. Si divertivano un sacco!!!! I bambini andavano e venivano, ed alcuni sono rimasti con noi abbastanza tempo. C’erano tre bambine molto carine che ci sorridevano un sacco; gli abbiamo fatto molte foto e loro si divertivano un mondo con noi!!!
In questa zona non sono molto abituati a vedere persone estranee alla comunitá. In tutto il gruppo di persone a parte i bambini, c’erano donne, alcune delle quali aspettavano il loro turno sedute, altre parlavano tra di loro ed altre filavano la lana.
Tutti i vestiti se li fanno loro. Non comprano nulla, dai lama recuperano la lana, la tingono, la tessono e fanno i vestiti. E’ incredibile e bello pensare che nel 2012 ci siano ancora comunitá che conservano intatta la propria cultura. Del resto i paesi fanno di tutto per mantenerla tale e quale. L’esperienza in questa comunitá è stato qualche cosa di indementicabile!!!
Verso le 17.00 arrivammo a Patacancha, la comunitá nella quale saremo rimasti per un giorno e una notte. A differenza di Huilloc, qui non c’era nessuno ad aspettarci, nessuno sapeva che saremo arrivati. Una delle ragazze del comune andó a chiamare il responsabile della comunitá e sacricammo la farina ed il latte in un magazzino in maniera che il giorno successivo il responsabile lo distribuisse. Le ragazze del comune ci presentarono Juan, un signore che parla molto bene spagnolo (in queste comunitá si parla Quechua e sono poche le persone che parlano castellano). Juan a volte riceve persone a casa sua per fare ció che si chiama “turismo vivencia”.
Juan vive in una casetta di fango che si é fatto lui. All’inizio viveva, con sua moglie Elena, in una casetta piccolina di solo una stanza nella quale in una metá c’era lo spazio per accendere il fuoco con la legna e cucinare e nell’altra metá, nella parte superiore c’erano i letti en ella parte inferiore vivevano i conigli e i cani. Le parole di Juan sono state:”vivevamo tutti e due qui con i nostri animali”. Quando nacque Alberto, il primo figlio, Juan cominció a costruire al lato della prima casa una casa piú grande. Oggi la famiglia è composta da Juan, Elena, Alberto, Rolando e la piccola Madaline e la vecchia casa è rimasta in uso come cucina e casa per gli animali. Noi abbiamo dormito in una piccola stanza molto accogliente che Juan ha costruito davanti a casa sua. A questa altitudine fa un freddo incredibile e nessuno di loro indossa calzini e tutte le donne portano la gonna senza calze. La realtá è che perfino i bambini hanno il viso bruciato dal sole e dal freddo ed i piedi e le gambe molto secche. A noi davano un po’ di pena, peró questa è la loro cultura e bisogna rispettarla. Con Juan e la sua famiglia siamo stati benissimo. Alberto è un bravissimo chef e ci preparó una zuppa molto buona, ovviamente con patate.
Quel giorno nella comunitá c’era un problema importante da risolvere, due ragazzi innamorati bigiarono la scuola e presero il van per Ollantaytambo; durante il tragitto il van fece un incidente e le madri si dicevano una all’altra che dovevano controllare al proprio figlio/a. Per questo grave problema si fece una riunione di comunitá la sera ed un’altra piú ristretta la mattina.
Abbiamo mangiato minestra di patate e carote, per colazione pranzo e cena. Anche se le patate erano di diversi tipi differenti, sempre patate erano jajaja!!! Tutti i bambini della famiglia sanno accendere e mantenere vivo il fuoco per cucinare ed Alberto, il piú grande, sa anche cucinare. La cosa piú sorprendente è che prende le pentole calde in mano senza nessuno straccio. Il giorno successivo siamo andati con Elena a pascolare le pecore e le mucche, Elena ci lasció soli con gli animali per circa venti minuti e Rachele quasi si perde 10 pecore che se ne andarono a pascolare sole per la montagna, per fortuna Elena arrivó e in un battibaleno le recuperó fiuuuuuuuuu!!!!!!!!!!!
Abbiamo giocato un po’ con la preziosa Madaline alla quale piaceva molto Gábor e siamo andati con Juan a selezionare patate per il pranzo.
Come giá vi abbiamo detto qui ci sono un sacco di varietá di patate differenti; per conservarle le mettono sotto la paglia e durano un periodo massimo di 6 mesi. Ogni tipo di patata serve per fare una minestra differente e secondo il tipo di minestra che si vuole fare si tagliano le patate in una maniera o in un’altra. Ci siamo sporcati tutte le mani, ma è stato molto interessante soprattutto quando arrivó la madre di Elena per aiutarci o meglio per controllare che selezionassimo le patate corrette.
Abbiamo mangiato come sempre nella cucina seduti nella terra (non c’è pavimento) sopra una pelle di lama. Dopo pranzo abbiamo salutato tutta la famiglia e siamo andati ad Ollantaytambo per rientrare a Cusco. Cosí si conclude la nostra fantastica esperienza nella comunitá. E’ stata una delle esperienze che piú ci hanno arricchito in questo viaggio!!! Queste esperienze ti fanno pensare e capire molto!!!! Adesso il Machupicchu ci aspetta!!!
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