Scritto da Rachele Cervaro
Le Filippine sono un arcipelago composto da migliaia di isole, famoso per le spiagge di sabbia bianca che, per noi, sono tra le più belle del mondo. Ma questo Paese offre molto di più delle spiagge da sogno: si distingue per la cordialità e l’apertura della sua gente, considerata la più calorosa del Sud-Est Asiatico.
Nel nostro viaggio attraverso le Filippine, che ci ha portato da isole remote a città costiere, abbiamo vissuto esperienze che vanno oltre il turismo tradizionale. In questo diario condividiamo quei momenti: le persone che abbiamo incontrato, i sapori che abbiamo assaggiato, le tradizioni ancora vive e quel ritmo tranquillo che invita a gustare ogni istante.
Le Filippine non sono soltanto una meta da spiagge paradisiache; sono anche un luogo in cui l’autenticità risplende nei mercati, nell’ospitalità quotidiana e nei paesaggi marini che sembrano appartenere a un altro mondo. Qui raccogliamo momenti speciali e consigli utili per chi desidera scoprire le Filippine con calma e con spazio per la sorpresa.
Viaggio avventura alle Filippine
Da Koh Tao scendemmo verso Kuala Lumpur, un viaggio di un’intera giornata ma abbastanza comodo che comprendeva il traghetto notturno, con i letti, un minivan fino a Hat Yai ed un bus fino a KL. Il viaggio fu un po’ più lungo del previsto perché era domenica ed in autostrada abbiamo trovato molto traffico.
Kuala Lumpur, l’avevamo visitata in ottobre e ci era piaciuta molto. In questi giorni non abbiamo fatto grandi cose, ci siamo riposati, abbiamo preparato un po’ la seguente parte del viaggio e abbiamo approfittato della grande varietà culinaria che offre la città. Casualmente anche degli amici Cileni Dennys e Angely, conosciuti in Laos, erano a Kuala Lumpur così una sera siamo usciti assieme, siamo andati e vedere le torri Petronas di notte (uno dei nostri luoghi favoriti in KL) e siamo andati a mangiare indiano.
Lasciammo uno zaino nell’ostello e con solo uno grande e due piccoli ci siamo diretti all’aeroporto di Kuala Lumpur per iniziare quello che sarebbe passato alla storia come uno dei nostri viaggi più lunghi. Il nostro volo arrivò all’aeroporto di Clark nelle Fillipine con un bel po’ di ritardo, Clark si trova a due ore da Manila e siccome avevamo letto che Manila è un po’ pericolosa di notte abbiamo deciso di dormire in aeroporto. Meno male che qui la sala d’attesa è all’aria aperta ma coperta, almeno così anche se le sedie erano molto scomode, Rachele non è morta di freddo come al solito.
L’indomani credevamo di prendere un bus fino a Manila, ma la sorpresa fu che prima delle 12 non ci sarebbe stato nessun bus. Non ci rimase altro che prendere un taxi fino a Dau e da lì un bus fino a Passay la stazione degli autobus più vicina all’aeroporto di Manila. Nella corriera c’era il wi-fi; in Europa in certi aspetti siamo ancora abbastanza indietro! Diciamo che il trasporto filippino da e per l’aeroporto non è granché di “tourist- friendly” infatti quasi sempre bisogna prendere un taxi. Così da Passay, con l’aiuto di un poliziotto che dava informazioni, prendemmo un taxi ed arrivammo al tanto sognato aeroporto di Manila. Arrivammo con un certo anticipo e la cosa ci dette tempo di provare anche il mitico McDonalds locale il Jollibee non era male!
All’aeroporto di Cebú prendemmo un altro taxi fino alla stazione degli autobus Nord e da qui un bus fino a Maya, nella punta nord dell’isola. Il viaggio seppur lunghetto (4 ore) e con una corriera strapiena di gente è stato per un certo verso anche piacevole perché tutte le persone erano molto gentili, ci sorridevano e ci parlavano (qui l’inglese è l’idioma co-officiale con il filippino). Dal finestrino abbiamo potuto vedere che dopo vari paesi Buddisti e la Malesia mussulmana, adesso siamo in un paese cattolico dove la quantità di chiese ne sono testimoni. Il bus si fermò per farci mangiare qualche cosa, e per la prima volta siamo entrati in contatto con i cibi filippini, il cibo è abbastanza diverso dagli altri luoghi asiatici, qui c’è molto pane, hamburger, carne fritta, hot dogs…. vediamo se riusciamo a fare ingrassare un po’ Gábor!!!
Alle 23 stanchi morti siamo arrivati a Maya, dove la proprietaria dell’unico ostello che c’è stava dormendo. Meno male che i ragazzi del bus ci hanno aiutato a svegliarla perché ci aprisse la porta. Dopo esserci pappati una pastina del panificio che era ancora aperto, ce ne siamo andati a nanna!!
Ma il viaggio non era ancora finito il nostro obbiettivo era arrivare all’isola di Malapascua, così alle 6 del mattino siamo passati per il panificio a fare colazione e siamo andati al “porto” per prendere la barca pubblica fino all’isola. Al porto abbiamo dovuto aspettare che arrivassero altre persone e dopo un po’ di attesa , di esserci rifiutati di pagare doppio per la mancanza di passeggeri ed avere avuto la fortuna che arrivassero dei cinesi che loro si che pagarono doppio.
Siamo arrivati all’isola di Malapascua. Il mare, i colori e la tranquillità promettono bene, così terminiamo un viaggio che in totale durò un giorno e mezzo!!!
Dopo Pasqua andiamo a Malapascua!
Sono appena passate le festività pasquali, e ci fece sorridere il fatto che il nostro primo destino nelle Filippine sia stato l’isola di Malapascua. Ci siamo subito diretti al diving “Buceo Malapascua” dove lavora Ruben, un amico di Zigor, uno dei ragazzi del diving Pura Vida a Koh Tao. Ruben e la sua ragazza ci indicarono il luogo dove si trovano gli alloggi più economici dato che tutti i resort che danno al mare sono fuori dal nostro budget. Grazie mille Ruben per i tuoi consigli!!!
L’isola ci è piaciuta fin da subito, nella spiaggia principale la “Bounty Beach” una spiaggia lunga di sabbia bianca si trovano i resort ed i diving con molti turisti, non appena si va un poco verso l’interno dell’isola i turisti scompaiono ed appare la vera Malapascua, varie comunità filippine autentiche dove alle persone locali poco gli importa di ciò che succede nella parte turistica dell’isola.
Il nostro alloggio era nel villaggio di Logon in una guesthouse dove spuntammo un buonissimo prezzo e dove i proprietari erano molto simpatici. Dalla terrazza potevamo contemplare la vita degli abitanti dell’isola, i vicini che cucinavano, una ragazzina che saliva su un albero per raccogliere papaya, le persone che si facevano la doccia all’aria aperta e mezze vestite, una ragazza che cantava benissimo ed i bambini che correvano su e giù con tutta la libertà del mondo.
Il primo pomeriggio dopo aver fatto un riposino lungo, siamo partiti alla scoperta dell’isola. Passando tra i villaggi tutte le persone ci salutavano con un gran sorriso ed anche con un po’ di stupore (non sono molti i turisti che vengono in questa parte dell’isola). Una novità nelle Filippine è che qui la lingua co-officiale è l’inglese e nonostante ci sono molte persone che lo parlano molto poco e male, in generale è un po’ più facile capirsi. I bambini sono quelli con cui è più facile conversare perché loro si che il poco che sanno lo sanno bene. Una ragazza molto timida ci accompagnò fino in cima alla collina del faro. Siamo passati anche per la spiaggia del faro (Lighthouse Bay) dove c’erano molte barche di pescatori e bambini giocando nell’acqua.
Continuando verso l’interno siamo passati per un altro villaggio, ad un certo punto siamo arrivati in una spiaggia dove siamo rimasti a bocca aperta. Una spiaggia di sabbia bianca, acqua cristallina con un fondale bianco senza nessuno, la spiaggia di Daqui come la chiamano le persone locali!
Era tardi, ma abbiamo deciso che torneremo e di fatto questo luogo è stato il nostro angolo di paradiso nei giorni successivi dove a parte dei bambini locali che ogni tanto venivano a fare il bagno, a parlare ed a giocare con noi, molte volte eravamo completamente soli, ed in generale con molte poche persone.
In questa spiaggia ci siamo fatti dei bagni indimenticabili, abbiamo fatto anche un po’ di snorkelling e nonostante non ci siano coralli vicino alla spiaggia (bisognava andare un po’ più fuori) c’erano molte stelle marine di colori rosso-.arancione e nero che non avevamo ancora visto.
Ci siamo rilassati molto in questo luogo paradisiaco anche giocando con i bambini ai quali abbiamo regalato alcuni braccialetti viaggiatori.
Per pranzo andavamo per lo più in piccoli posti in strada dove ci sono un sacco di pentole con cibo di tutti i tipi ed in generale sono molto economici. Per colazione e cena il ristorante Gin-Gin è stato il nostro punto fisso e siamo diventati matti per il pesce con curry e latte di cocco ed i suoi pancakes di banana e cioccolato, o mango.
Una cosa che non sapevamo delle Fillipine prima di venirci è che lo sport numero uno è la pallacanestro (forse perché essendo un paese di 7000 isole, se giocassero a calcio il pallone finirebbe sempre in acqua hahaha!!) c’è un campo di basket in ogni villaggio ed un sacco di canestri sparsi ovunque. Vedendo l’abilità dei ragazzi più grandi, Gábor ha avuto il coraggio solo di giocare con quelli più piccoli e si è divertito un sacco.
Siamo venuti alle Fillipine per conoscere un po’ il paese e visitare vari luoghi, ma la verità è che non ci avrebbe dato fastidio rimanere qui una settimana intera semplicemente godendoci il nostro angolo di spiaggia solitario, il buon cibo e la gentilezza delle persone locali. Un giorno ci ritorneremo in vacanza!!
Kalanggaman: Il Paradiso all’Improvviso
Avevamo visto alcune foto dell’isola di Kalanggaman e rimanemmo sorpresi da tanta bellezza. Subito dovemmo tornare alla realtà perché da quello che ci avevano detto e le informazioni che avevamo, andare in quest’isola è molto costoso per due ragioni: la prima è che essendo un isola privata bisogna pagare l’entrata e la seconda è che siccome si trova ad un’ora da Malapascua il viaggio in barca te lo fanno pagare bene.
Eravamo già contenti con la spiaggia praticamente privata che avevamo a Malapascua e non pensammo più a questa escursione fino a che non conoscemmo Elena. Elena è una ragazza italiana che vive da dieci anni in Cina e con la quale abbiamo trascorso gli ultimi giorni. La cosa fu che Elena ci disse che l’indomani sarebbe andata a fare l’escursione a Kalanggaman, volevamo morire; le dicemmo che il nostro budget non ce lo permetteva, ci disse il prezzo che nonostante fosse più basso di quello che sapevamo noi era comunque caro. Questa escursione non la fanno tutti i giorni perché è lontano; era la nostra ultima occasione. Facemmo due calcoli, non rientra nel budget ma potremmo fare qualche cosa nei giorni successivi per rientrare….decidemmo di andarci. Elena per darci una mano fu così gentile che si offrì ad ospitarci l’ultima notte (dopo l’escursione) nella sua stanza che era per quattro persone.
Alla fine Elena non stava molto bene e non è potuta venire all’escursione, che peccato!!!! Nella barca c’erano molti sommozzatori che andavano a fare l’immersione attorno all’isola. Eravamo solo in quattro a fare snorkelling. Lasciammo i sommozzatori e la barca ci accompagnò fino all’isola. Era davvero meravigliosa: una piccola isola piena di palme di cocco e con una lingua di sabbia bianca lunghissima che usciva sopra un mare di quattro diverse tonalità di azzurro. Siamo rimasti senza fiato!!!!
Con la nostra maschera e boccaglio (meno male che ce li siamo portati da casa, almeno abbiamo risparmiato un franco) siamo andati a vedere il fondale fino ad arrivare di nuovo alla barca che nel frattempo era ritornata nel punto di immersione per recuperare i sommozzatori. Ci sono vari tipi di corallo, alcune stelle marine azzurre e vari pesci; per noi è stato un buon snorkelling ma nulla di speciale.
Una volta recuperati i sommozzatori siamo tornati all’isola dove nel frattempo avevano preparato una grigliata di pesce; noi ci eravamo portati il pranzo per poter risparmiare alcuni pesos. Mentre tutti quanti mangiavano, siamo andati sulla spiaggia fino alla fine della lingua di sabbia bianca, eravamo da soli, ci siamo goduti questo paesaggio in solitario, contemplando il mare come in un film romantico; ci siamo seduti nell’acqua azzurra ed ovviamente abbiamo fatto un sacco di foto!!
Non ci saremo mai stancati di fare foto in un posto come questo. Ciò che è stato davvero incredibile e se ce lo raccontano probabilmente non ci crediamo è che la mattina quando arrivammo il cielo era coperto e si aprì completamente solo le due ore che eravamo li noi; sembrava fatto apposta per lasciarci vedere i colori con tutta l’intensità possibile. Poi si coprì nuovamente. Che fortuna!!!!!!!!
Meno male che viaggiamo con pochi soldi!!! Il fatto di viaggiare con un budget limitato non è sempre uno svantaggio, in questo caso è stata una grande fortuna. Sì perché il fatto è che dopo il pranzo ci fecero ritornare subito in barca per far fare ai sommozzatori la seconda immersione e non sarebbero rientrati in spiaggia solo per recuperare noi, ci dissero di fare snorkelling vicino alla barca.
Alla fine siamo stati gli unici in tutta l’isola che hanno potuto godersi questa spiaggia incredibile, gli altri la videro solo da lontano!!!
Rientrammo a Malapascua con un sorriso enorme stampato in faccia, è stata una giornata speciale!!!
La sera siamo andati a cena con Elena, per l’ultima volta abbiamo ordinato pesce al curry con latte di cocco, buonissimo e super economico, abbiamo chiacchierato con Elena che è una persona molto molto interessante ed approfittando di internet abbiamo pubblicato alcuni post. Grazie mille Elena per tutto quanto, speriamo di vederti presto magari in un altro luogo così tanto speciale!!!
Le isole Camotes
Lasciata Malapascua prendemmo un bus con destinazione Cebú ed arrivammo al porto di Danao da dove partono le barche per le isole Camotes. Il traghetto di mezzogiorno stava per partire e per un pelo correndo riuscimmo a prenderlo così non dovemmo aspettare quello delle 17.30. Le isole Camotes sono tre, noi siamo stati a Pacjian e siamo arrivati al porto di Consuelo. Eravamo solo quattro stranieri nel traghetto ma al nostro arrivo al porto decine di moto e jeepneys ci aspettavano con cartelli con i prezzi scritti gridando affinché andassimo con loro. I jeepneys sono un mezzo di trasporto comune ed abbastanza economico nelle filippine, sono praticamente dei furgoni che ogni proprietario colora e decora a modo suo e che si usano come fossero autobus.
Con un jeepney arrivammo a Santiago Bay una spiaggia di sabbia bianca dove si trovano la maggior parte degli hotel e resort. La prima impressione non fu delle migliori, a parte del resort grande gli altri luoghi erano completamente vuoti e nonostante ciò i proprietari chiedevano molti piú soldi di quello che valgono le stanze e senza possibilità di contrattare, senso degli affari pari a zero. Francisco un ragazzo locale (in questo paese la maggior parte delle persone hanno un nome od un cognome spagnolo), ci aiutò a trovare una stanza che non fosse un tugurio e che avesse un prezzo decente; non c’era la doccia ma ormai siamo piuttosto abituati a lavarci con un secchio d’acqua.
Il pomeriggio ci siamo rilassati in spiaggia bevendo frullati di mango e mangiando calamari gnam gnam!! In spiaggia c’erano pochissime persone e la maggior parte erano locali, turisti ce ne saranno stati quattro. La spiaggia è bella, l’unico inconveniente è la marea. C’è una differenza enorme tra la mattina quando la marea è alta e la spiaggia è coperta d’acqua ed il pomeriggio quando la marea si abbassa e per arrivare all’acqua bisogna camminare un centinaio di metri.
Il giorno dopo noleggiammo una moto, di fatto Francisco che ci dette la sua per la metà del prezzo che chiedevano in altri luoghi e siamo andati a fare un giro per l’isola.
Ci fermammo nella spiaggia di Mangodlong Rock Resort, una spiaggia privata e poi verso l’interno dell’isola. Nell’isola si trova il lago Danao un lago molto bello circondato da palme di cocco. Sulle sponde del lago c’è un sentiero che lo costeggia per un po’. Quando stavamo per riprendere la nostra moto abbiamo trovato una signora di Manila in vacanza molto simpatica con la quale abbiamo fatto due chiacchiere.
Cercando una spiaggia siamo entrati in una strada secondaria dove abbiamo trovato un giardino con la Holy Cristal Cave. Circa 20 anni fa un uomo scopri questa grotta piena di cristalli e stallatiti. É starno trovare una grotta qui perché è un isola pianeggiante non ci sono montagne. La grotta ha vari livelli, nella visita ci ha accompagnato il proprietario e scopritore, era molto forte ascoltare quello che diceva, presentava tutto come se fosse uno spettacolo di magia, troppo forte!!! Diceva sempre:” Watch your head, watch your step and watch your back!!!”
L’uomo è molto credente, in ogni “sala” si metteva a pregare ed a ringraziare la sala per l’accoglienza, nel frattempo ci spiegava tutte le formazioni che c’erano le quali facevano tutte riferimento a personaggi cattolici, c’era la vergine con il bambino in braccio, il presepe, la cattedrale, i re magi etcc.. non mancava nessuno all’appello!! Non per nulla si chiama la grotta sacra. E’ stata una visita molto interessante in molti punti il corridoio era strettissimo e non si poteva stare in piedi, difatti Gábor si è preso qualche botta in testa. Nella grotta faceva un caldo tremendo, abbiamo sudato moltissimo ma valeva la pena visitarla.
Dopo aver sudato tanto nella grotta ci faceva voglia un bel bagno; detto fatto siamo arrivati ad una spiaggia di sabbia bianca dove c’erano molti bambini facendo il bagno. Che sollievo un bel bagno in un acqua azzurra e cristallina!!!
Continuammo il giro dell’isola attraversando villaggi abbastanza poveri fino ad arrivare a San Francisco; la capitale dell’isola. La capitale è praticamente un villaggio un po’ più grande degli altri con un mercato ed alcuni negozi. Ci siamo mangianti un po’ di pollo ai ferri e fegato di gallina ai ferri molto buoni.
Rientrammo a Santiago Bay e la sera ci rilassammo in spiaggia mangiando pesce e bevendo frullati di mango che tanto ci piacciono!!!!!!
Il giorno successivo ci siamo svegliati presto per prendere il traghetto delle 5.30. Francisco ed un suo amico ci vennero a prendere in moto per portarci al porto. Mentre facevano la coda per comperare il biglietto, chiusero lo sportello dicendo che il traghetto era pieno e che si doveva aspettare il successivo alle 9. Non avevamo voglia di aspettare le 9 sopratutto dopo esserci svegliati alle 5. Idea: siamo andati dentro l’ufficio ed abbiamo detto alla ragazza che avevamo il volo da Cebú e che dovevamo prendere il traghetto. Alla fine la convincemmo, che bugiardi che siamo, ci fece il biglietto ed un’altra volta correndo abbiamo preso il traghetto.
Di Camotes ci è piaciuta sopratutto la tranquillità del luogo, anche se per vederla una giornata è più che sufficiente.
Nuotando con un gigante del mare, lo squalo balena
Avevamo voglia di vedere gli squali balena che è uno degli highlights di questo paese. Il luogo nel quale tutti vanno a vederli è Donsol che si trova molto lontano dalla zona che vogliamo visitare e per non fare viaggi in barca interminabili o spendere soldi in voli avevamo deciso di lasciare perdere.
Quando abbiamo incontrato Ruben a Malapascua, ci disse che per vedere gli squali balena non è necessario andare a Donsol che si possono vedere anche nell’isola di Cebú, concretamente a Oslob. Era perfetto ed in più si trovava nel nostro tragitto. Non avevamo nessuna informazione su questo posto, sulle guide che abbiamo consultato non c’è nemmeno l’ombra di Oslob e trovare informazioni senza internet non è facile. Ad ogni modo dato che dovevamo passare per di là abbiamo deciso di fermarci per vedere com’era. Da Cebú abbiamo preso una corriera (con wi-fi che lusso) per Lilo-an ed abbiamo detto all’autista che ci facesse scendere a Oslob, subito l’autista ha capito il motivo per il quale volevamo andare li e ci disse che per vedere gli squali balena bisogna andare a Tanawan a pochi km da Oslob e che ci avrebbe lasciato davanti ad un resort a Tanawan.
Tanawan è praticamente una strada sulla costa dove ci sono 4 “resort” ed un paio di ristoranti. Abbiamo alloggiato al MB’s Sunrise View Resort, nulla di speciale ma economico. Un ragazzo molto simpatico che lavora li ci ha spiegato come funziona la cosa per vedere gli squali balena. Ogni mattina dalle 6.30 alle 12.00 alcuni pescatori gli danno da mangiare e nonostante vivano in libertà e se ne possono andare quando vogliono, rimangono vicino alla costa ed ogni mattina vanno a mangiare il pesce che i pescatori gli danno. La differenza tra Donsol e qui, è che qui si è sicuri al 100% di vederli mentre a Donsol bisogna avere un po’ più di fortuna. Li li vanno a cercare in mare aperto, mentre qui ti portano a soli 100 metri dalla costa.
Prima di andare in acqua per nuotare con gli squali balena un incaricato del governo ti spiega il comportamento da mantenere con questi animali. Non si possono toccare ecc… ci fece sorridere quando disse che se non rispetti le regole ti danno una multa e fino a sei mese di carcere.
Alle 7.00 della mattina eravamo già in acqua con gli squali balena attorno a noi! Durante il tempo che siamo stati in acqua ne abbiamo contati 8.
E’ impressionante vedere questi pescioni enormi di minimo 3 metri ed alcuni fino a 6 metri di lunghezza passarti sotto e di lato.
Quando ti si avvicinano molto, ti manca un po’ il respiro, specialmente quando li vedi venire verso di te con la loro bocca enorme aperta, però ti rilassi immediatamente vedendo che sono bestioni molto tranquilli.
Non ti calcolano nemmeno, loro cercano solo il loro cibo e seguono le barchette dei pescatori. Ti passano sotto, e nonostante ti dicano di stare ad almeno quattro metri di distanza è impossibile perché sono loro che vengono verso di te.
Quando ci dissero che il nostro tempo in acqua era finito, come di bambini, chiedemmo ai signori della nostra barca di rimanere ancora un po’ per nuotare con l’ultimo squalo balena, ci accontentarono. Nuotare con questi animaloni è davvero una sensazione straordinaria.
E’ stata un’esperienza memorabile e siamo stati molto contenti di averlo fatto anche se è un po’ caro ne vale la pena.
Siquijor, l’isola della pigrizia
Sapevamo che l’isola di Siquijor era un luogo poco turistico e tutti i viaggiatori che abbiamo incontrato ce ne avevano parlato molto bene. Nonostante sia molto difficile trovare un’altra spiaggia come la nostra a Malapascua eravamo sicuri che ne sarebbe valsa la pena.
Alle 15.00 siamo arrivati con la barca da Dumaguete e dopo aver visto alcuni resort (qui chiamano tutto resort) alla fine abbiamo deciso di rimanere nella Lorna’s Homestay. Lorna è una ragazza della nostra età, sposata con un uomo Americano anziano. Nella homestay ci sono quattro stanze con cucina. Purtroppo l’anno scorso la casa di Lorna e due delle quattro stanze della homestay si bruciarono in un incendio. Con il marito hanno dovuto ricominciare da zero e senza un soldo (i soldi si sono bruciati con la casa) per il momento le stanze per i turisti sono quasi completate ma lei continua a vivere in una baracca nell’attesa di guadagnare un po’ di soldi per ricostruire la sua casa. Lorna è una ragazza molto gentile con una grande forza; una persona da ammirare.
L’ubicazione della sua casa non poteva essere migliore, le finestre danno al mare ed alla spiaggia di San Juan; bellissimo. Non sapevamo quanto tempo ci saremo fermati ed alla fine ogni giorno prolungavamo la nostra permanenza. Di tutto il tempo che siamo rimasti sull’isola solo un giorno l’abbiamo dedicato a visitarla con una moto noleggiata talmente nuova, che l’indicatore della benzina era rotto ed indicava sempre mezzo pieno, ci siamo resi conto che era rotto solo quando siamo rimasti a piedi in mezzo ad una montagna. Meno male che passava un ragazzetto che accompagnó Rachele andata e ritorno per comprare della benzina. Alla fine siamo andati alle cascate di Lugnason e Cambugahay dove ci siamo fatti un bel bagno in acqua dolce, abbiamo visto la chiesa e la cittadina di Lazi e ci siamo gouti il paesaggio lungo la strada.
Ciò che più ci è piaciuto è stato rimanere sulla spiaggia davanti casa, rilassarci nella nostra terrazza guardando il mare, fare il bagno nell’acqua di un azzurro incredibile e giocare con Jonalyn, la nipote di Lorna che da un anno vive con lei ed ha imparato già bene inglese.
Svegliarsi tutte le mattine guardando il mare, dormire con la brezza marina che entra in stanza sono cose impagabili e se in più aggiungiamo fare una grigliata di pesce fresco di giornata in spiaggia ed assaporare un buon salmone ai ferri con una buona birra fresca; è il massimo.
Siamo stati molto bene in questo posto tranquillo dove è possibile trascorrere anche 12 ore di seguito senza elettricità, che problema c’è, esistono le candele. Qui non c’è stress, le persone conducono la loro vita tranquilla, ognuno si arrangia con ciò che ha e tutti sono felici.
Jonalyn è stata la stella del nostro soggiorno a Siquijor, con lei abbiamo fatto vari bagni in mare, braccialetti, treccine con il filo nei capelli, si sdraiava nel letto con Gábor guardando i video e le foto degli animali che abbiamo fatto durante il viaggio. Ed i giorni passavano per tutti senza nemmeno rendersi conto.
A Siquijor non abbiamo visto una spiaggia meravigliosa come Malapascua o Kalanggaman, ma quest’isola ci ha regalato dei giorni di serenità, gioco e felicità come pochi altri luoghi in questo viaggio.
Ci fecero ricordare le splendide giornate trascorse a Manaus nell’Amazzonia dove ci siamo sentiti parte della famiglia. Speriamo di rivedere presto Lorna e Jonalyn e gli auguriamo tutta la felicità del mondo perché se lo meritano.
Dumaguete e l’isola Apo
L’idea che avevamo per l’ultima settimana nelle isole Filippine era andare a Dumaguete nell’isola di Negros per poi trascorrere qualche giorno nell’isola Apo e magari ritornare a Malapascua. Ma siccome non tutte le ciambelle riescono con il buco, abbiamo dovuto arrenderci al nostro destino. Gábor si è ammalato ed ha avuto febbre per alcuni giorni così alla fine siamo stati tutto il tempo a Dumaguete. Meno male che l’ostello Harold Mansion è abbastanza buono, in camera avevamo la tele a schermo piatto con satellite, una buona connessione ad internet (quando funzionava) ed il ristorante dell’ostello ci portava il cibo in stanza. Per lo meno Gábor non si annoiò piú di tanto dovendo rimanere tutto il giorno in camera.
Nei dintorni di Dumaguete non c’è molto da fare, c’è la spiaggia di Dauin che è una spiaggia con sabbia nera che si trova a mezz’ora dalla città e poco altro.
La maggior parte delle persone vengono a Dumaguete per fare un’escursione all’isola Apo, anche Rachele ne fece una di snorkelling. I luoghi in cui ha fatto snorkelling durante l’escursione erano molto buoni ed i fondali attorno all’isola Apo sono spettacolari, pieni di coralli che ti danno la sensazione di essere in un giardino con moltissimi fiori.
Non parliamo poi dei pesci di mille colori che c’erano, la quantità non era la cosa più impattante, ciò che era incredibile era la loro misura. Vicino alla spiaggia di Apo ad un metro e mezzo di profondità, Rachele ha visto una tartaruga marina di quasi un metro e mezzo di larghezza. È stata la tartaruga marina più grande che abbia mai visto, quasi le faceva paura. 
La domenica quando Gábor stava un po’ meglio, siamo usciti per prendere un gelato ed abbiamo assistito alla sfilata di apertura della Palarong Prambansa, i giochi della gioventù a livello nazionale che si svolgono ogni anno, quest’anno si svolgono a Dumaguete. C’erano molti gruppi di ragazzi e ragazze che ballavano, suonavano il silofono ed i tamburi.
Si alternavano gruppi di atleti a gruppi di majorette e tutta la città assisteva alla manifestazione. Ci ha dato l’impressione di essere un evento molto importante del quale tutti ne vanno fieri.
Il nostro viaggio nelle isole Filippine termina qui, rientriamo a Kuala Lumpur per proseguire per la Malesia.
Questo paese ci è piaciuto moltissimo, sicuramente ci torneremo. Bye-bye Philippines.
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