Siamo stati 3 giorni nell’isola di Chiloé e la verità é che furono 3 giorni incredibili. L’isola di Chiloé è parte di un arcipelago con molte isole alcune delle quali sono abitate altre no. Ciò che rende famosa l’isola sono innanzitutto la quantità di chiese di legno, costruite sotto l’influenza tedesca, e che hanno la particolarità di non avere nessun chiodo. Molte di queste chiese sono state proclamate Patrimonio dell’Umanitá dall’Unesco. Altra caratteristiche sono la pesca del salmone, e dei crostacei che sono una grande risorsa dell’isola. Venire a Chiloé è come tornare indietro di alcune decine di anni, e vivere in una tranquillità atipica dove il ritmo scorre lento, gli abitanti lavorano nel mare e nei campi e la vita scorre tranquilla. I giorni si susseguono in un ritmo lento e costante.
I Giorno:Festa locale a Puñihuil – Chepu – Dalcahue
Il nostro viaggio iniziò a Puerto Varas dove abbiamo preso il traghetto per arrivare nell’isola, ed abbiamo trovato il primo segnale di modernità: nel traghetto c’era wi-fi. In quest’isola tranquilla l’unica cosa che repentinamente cambia è il tempo, si passa da un sole super splendente ad un acquazzone che ti fa completamente la doccia, che si può poi trasformare in una tormenta che dura tutta la notte o in una giornata di sole incredibile. In quest’isola in 3 giorni abbiamo visto 5 arcobaleni. Arrivati nell’isola ci siamo diretti ad Ancud dove ci informarono che nella spiaggia di Puñihuil c’era una festa popolare dove si potevano provare i piatti tipici dell’isola, quindi nemmeno a dirlo abbiamo fatto un giretto veloce per Ancud ed abbiamo preso la strada per Puñihuil, arrivare non è stata una passeggiata anche qui le strade sono di sassi però alla fine abbiamo potuto mangiare il Curanto al hoyo (piatto fatto con cozze, carne di maiale, vongole salsccia etc..) il tutto cotto in una pentola enorme, abbiamo poi provato i Chorros al Alicate (cozze giganti ripiene con salsiccia e formaggio) ed la Paila Marinera (zuppa di crostacei e cilantro) insomma abbiamo fatto il pieno di crostacei e crediamo siano stati i più buoni che avessimo mai mangiato!!! Meno male che facevano anche un po’ di pesce fritto, dato che Alex non mangia crostacei, cosi siamo stati tutti contenti e con la pancia piena. Era una festa tipica nella quale la maggior parte delle persone erano locali, cucinavano l’agnello “al palo” nella maniera tradizionale e tutto il tempo suonava musica popolare Cilena.
Per Rachele è stata tutta una festa era più contenta che mai. Festa a parte nella spiaggia di Puñihuil ci sono altre 3 cose interessanti: delle alghe enormi e spugnose che sanno un odore a mare incredibile sembra di stare in una laguna, poi c’è l’Oceano Pacifico (questa è stata per noi la prima volta che lo vedevamo) e da qui partono le escursioni per vedere le colonie di pinguini ce ne sono di 2 tipi differenti. Siccome il tempo non era molto bello ed il mare l’Oceano Pacifico non molto tranquillo, quel giorno le escursioni non salivano per la riserva. Non si può avere tutto dalla vita pancia piena e vedere anche i pinguini!!
Saliti in macchina un’altra volta ci siamo diretti verso un paesetto chiamato Chepu che si trova vicino alla riserva naturale qui abbiamo incontrato un signore che ci ha spiegato cosa si poteva fare in questa zona, peccato che pioveva a dirotto e delle cose che ci ha detto non si potevano fare nessuna. Quello stesso signore ci ha aiutato a tirare fuori la macchina dal pantano in cui eravamo andati a finire, è già la seconda volta che ci incastriamo nella terra con la macchina e che qualcuno ci da una mano ad uscire! La prima volta è stata ai 7 laghi ma ve lo abbiamo nascosto hihihihi!!! E’ che Rachele è una ragazza di città e non sa bene guidare in campagna hahahah!!!
Abbiamo continuato il tragitto fino a Dalcahue dove abbiamo preso un te ed un caffè servito come se fossimo stati a casa della nonna. Il latte per il caffè di Gabor ce lo hanno portato in un contenitore alquanto retró. In ogni caso dobbiamo ringraziare la signora del bar che alla fine ci ha raccomandato un bungalow li vicino che era fantastico e ce lo hanno lasciato per un prezzo super conveniente.
II Giorno: Isola Quimchao – Feria Artesanal Dalcahue – Chonchi – Cucao
Per tutta la notte ci sono stati tuoni e saette ma alla mattina quando ci siamo svegliati abbiamo trovato un timido sole che dopo un po’, persa la timidezza, era super splendente. Cosi in sella alla macchina, ci siamo diretti verso la seconda isola più grande dell’arcipelago dopo Chiloé l’isola Colonia Quimchao. In quest’isola ci sono la chiesa di legno più vecchia dell’arcipelago e la più grande, la prima si trova in Curaco de Velez. Non potevamo credere ai nostri occhi quando, arrivati alla piazza principale di questo piccolo paesetto con 5 case e 6 abitanti, abbiamo visto un cartello che indicava che nella piazza c’era il wi fi, altro segno di modernità. Eravamo tanto sorpresi che Rachele ha perfino chiamato a casa. La chiesa più grande si trova invece a Achao , qui abbiamo trovato una guida turistica locale che ci ha dato alcune info utili sulla struttura di queste chiese. Abbiamo poi visitato Chullec la cui chiesa è situata nella spiaggia con una serie di animali attorno (capre, pecore, volatili), Chequián con la sua chiesa minuscola ed una spiaggia, qui davvero abbiamo avuto la sensazione di essere in un’altra epoca quasi come stare nella casa della prateria ricordate???? A Quimchao a parte della chiesa c’era un ristorante chiuso da chissà da quanti anni ed abbiamo trovato una bambina che ci guardava incuriosita da una finestra ed ogni volta che la guardavamo si nascondeva. Rientrati a metà giornata a Dalcahue nell’isola di Chiloè siamo andati al mercato dell’artigianato che si svolge due volte alla settimana e dove gli artigiani arrivano da tutte le isole limitrofi per vendere i loro prodotti. Uno dei prodotti tipici della zona sono oggetti di lana fatti a mano. Qui abbiamo potuto apprezzare le barche incagliate nella sabbia; a Chiloé la marea viaria moltissimo e quando questa è bassa tutte le barche rimangono incagliate nella sabbia aspettando che ritorni l’alta marea per poter rientrare in mare. E’ una relazione mare barca che si ripete di giorno in giorno. Vederle è uno spettacolo anche perché sono tutte colorate e fanno molta allegria.
Dietro il mercato c’è un edificio dove si trovano vari “ristoranti” in realtà sono come piccole cucine dove le signore fanno da mangiare e lo vendono. Anche qui si possono degustare piatti tipici caserecci dell’isola, noi abbiamo mangiato una cazuela (terrina di brodo con carne di manzo o di pollo ed un sacco di verdure), salmone alla piastra che era spettacolare, agnello al forno e per finire una torta Chilota tipica dell’isola fatta con mele. E’ stato divertente vedere come le signore facevano a mano la pasta per le Empanadas, sembrava di essere nella cucina della nonna “Noemi”. Con la pancia piena (e noi che pensavamo di dimagrire durante il viaggio) siamo usciti ed abbiamo trovato una signora che faceva braccialetti che vedendo Rachele incuriosita si è messa a spiegarle come si facevano.
Il nostro percorso è continuato per Chonchi e dato che il tempo prometteva bene siamo andati al Parco Naturale di Chiloé. Per la strada c’è stato un momento di panico dato che dentro alla macchina c’era odore di benzina, così ci siamo fermati ed abbiamo chiesto aiuto ad un baldo giovanotto che ci ha rassicurato che tutto era ok. In questa zona abbiamo visto un arcobaleno enorme sopra il pacifico di cui si vedeva l’inizio ed era proprio vicino a noi!!!! Qui abbiamo passato la notte in una casa fredda e umida ma con una buona colazione casereccia con pane e marmellata fatta in casa!!
II Giorno: Parco Nazionale Chiloé – San Juan – Tenaún – Cascata Tocoihue – Quemchi
Il giorno seguente siamo arrivati al parco nazionale alle 9 della mattina quando la protezione forestale ancora non erano arrivata, c’era un sole splendido ed iniziammo il sentiero del Tepual. Dopo 10 minuti iniziò a piovere talmente tanto che tornando indietro ci siamo bagnati fino alle mutande. Naturalmente quando siamo arrivati alla macchina tutti bagnati che sembrava fossimo finiti sotto la doccia vestiti, è uscito un sole splendido. Prima di prendere un accidente ci siamo cambiati e Gabor ha deciso di sfidare i temporali passeggeri ed andare a fare un altro percorso, questa volta però con l’impermeabile. Dopo mezz’ora Gabor era di rientro per vedere se qualcuna di noi voleva riprovare a fare il percorso del Tepual, Rachele decise di riprovarci e con le ciabatte di plastica (le scarpe erano inzuppate) ci avventurammo per il bosco, dopo altri 10 minuti il cielo sembrava oscurarsi e Rachele rientrò alla macchina a gambe levate mentre Gabor continuò il percorso fino alla fine e senza bagnarsi. Il pomeriggio seguimmo il nostro itinerario per Castro che è la capitale dell’isola. Castro è caratteristica per le sue palafitte che sono molto colorate e belle.
A Castro abbiamo incontrato anche un vecchio amico:
Vi lo ricordate? E’ il Generale Lee di Bo & Luke!!!
Siamo passati poi per San Juan e Tenúan. Qui abbiamo visto una fila enorme fuori di un edificio e dato che era domenica, ci siamo incuriositi ed abbiamo chiesto il perché di tutta quella gente in fila, ci hanno detto che stavano aspettando di ritirare la pensione ma che l’incaricato dell’ufficio non trovava le chiavi, per fortuna alla fine le chiavi si trovarono e tutti potettero riscuotere la pensione. Ci siamo poi fermati a vedere una cascata Tocoihue che ci aveva consigliato un amico di cs di Castro, inutile dire che era qualche cosa di incredibile, la cosa più bella era che potevi andarci proprio sotto e vederla da vicinissimo. L’ultima fermata prima di lasciare l’isola è stata Quemchi in cui nemmeno a dirlo c’era una chiesa molto bella. Poi ci aspettarono due lunghe ore di strada di sassi in cui la prima ora e mezza ci siamo divertiti osservando i contadini lavorare i campi ancora con i buoi, vedere le case che hanno il contenitore per l’acqua piovana dato che l’acqua corrente non arriva dappertutto e piove molto spesso, vedere le casette che avevano nei loro giardini galline, cani e maiali grandi e piccoli tutti in giardino e tutti assieme ed in generale godere della tranquillità della campagna. L’ultima mezz’ora Rachele era stanca e non ce la faceva più di guidare in quelle condizioni. Meno male che alla fine siamo arrivati al traghetto ed il supplizio è finito. Abbiamo salutato Chiloé o meglio Chiloé ha salutato noi regalandoci un saluto personale da alcune foche che ci hanno accompagnato con il traghetto. Rientriamo nella civiltà moderna, grazie Chiloé per averci portato indietro nel tempo!!!!
La giornata sembrava finita quando arrivati a Puerto Varas abbiamo imboccato la strada di casa sbagliandola 2 volte perché qui i cartelli si vedono solo dopo averli passati ed ad un certo punto nel mezzo della strada abbiamo visto un poliziotto che ci faceva dei segnali, all’inizio pensavamo che ci indicasse di spostarci nella corsia di sorpasso poi, quando si è messo nel mezzo di questa abbiamo capito che in realtà ci voleva fermare così ci siamo fermati e ci ha chiesto i documenti solo che guardando la copertina della patente di Rachele (si vedeva chiaramente che non ci capiva nulla) ci ha lasciato andare, adesso si, questa avventura è veramente conclusa!
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