Per arrivare a Puerto Natales in Cile da Ushuaia abbiamo preso un autobus e finalmente dopo un viaggio molto lungo durato 15 ore, ed avere passato 2 frontiere siamo arrivati in Cile. Quando salimmo sull’autobus l’autista ci ha avvisó che non si poteva passare la frontiera con alimenti di origine animale o vegetale, come piante o miele e che se ti scoprono paghi una multa di 500 USD. Noi avevamo “solo” due hg di prosciutto e uno di formaggio per fare dei panini; abbiamo pensato il da farsi ed alla fine c’erano due alternative: buttare via tutto o mangiarselo prima di arrivare alla frontiera. Scegliemmo la seconda opzione, l’unico problema è che alla frontiera ci saremmo arrivati a mezzogiorno e avevamo panini sufficienti per il pranzo e la cena quindi ce li siamo buttati giù per le orecchie tanto che quasi ci veniva la nausea però almeno non lo abbiamo buttato. Arrivati alla frontiera Cilena ci fecero passare tutte le valigie e gli zaini in uno scanner e per fortuna non hanno “scanerizzato” anche noi se no trovavano tutto l’affettato ed il formaggio hahaha!!! Dopo alcune ore di viaggio in territorio Cileno vivemmo un’altra avventura: si ruppe il freno dell’autobus e quindi abbiamo dovuto aspettare un’ora prima che il nostro autista tuttofare meccanico lo riparasse. Tutto sommato fu un’esperienza molto divertente perché quando l’autobus si fermò e i due autisti scesero e dal pullman solo si ascoltavano i due parlare a voce super alta. Nessuno sapeva cosa fosse successo, nessuno aveva il coraggio di chiedere e neppure di scendere dall’autobus. Nel frattempo nell’autobus faceva molto caldo e dopo una ventina di minuti qualcuno ebbe il coraggio di scendere e a ruota anche tutto il resto dei passeggeri. Eravamo nel bel mezzo della steppa Cilena dove non c’era assolutamente nulla e la strada era di terra e pietre, una strada di campagna per capirci; questa è la strada principale che va da Ushuaia a Puerto Natales per altro abbastanza frequentata . Divertendoci ad osservare i due poveri autisti che diventavano matti per cercare di riparare il freno facemmo conoscenza con una coppia Cilena che era in vacanza, lei era una professoressa universitaria, e tra una chiacchiera e l’altra ci consigliarono alcuni posti da andare a vedere.
Arrivammo a Puerto Natales che già era abastanza tardi la sera, per fortuna la famiglia che ci ospitava è abituata che gli ospiti arrivino tardi. Quando siamo entrati nella casa ci siamo trovati di fronte una colonia di couchsurfers c’erano quasi 20 ospiti in casa. Gloria e Óscar sono due persone incredibili che hanno ospitato ed ospitano un sacco di gente, e questa volta non era un’eccezione, la casa era più che completa e noi ci sistemammo in un materasso in salotto; da subito ci siamo sentiti come a casa. Il giorno successivo abbiamo approfittato per riposare un po’ e preparare l’escursione di 3 giorni al parco nazionale Torres del Paine. Quando ci siamo alzati la mattina abbiamo visitato un po’ la città e ci siamo resi conto dal numero di ostelli, alberghi ed agenzie di viaggio che Puerto Natales vive in gran parte grazie ai turisti. Poi abbiamo raggiunto Oscar che lavora su un piccolo traghetto che fa spola da Puerto Natales all’isola di fronte. Cosi abbiamo fatto un giro, abbiamo visitato un po’ l’isola ed abbiamo avuto l’opportunità di vedere Puerto Natales dall’altro lato.
Questi gironi li abbiamo passati in compagnia di Alex una ragazza Slovacca e di una sua amica degli Stati Uniti. Siamo poi andati a mangiare in un ristorante dove ci hanno servito con una lentezza da paura, da notare che quasi non c’era nessuno, ma è andata bene così tanto noi ci stavamo rilassando. Al pomeriggio siamo andati a casa e Gloria ci ha aiutato ad organizzare l’escursione al parco, alla fine i suoi consigli sono stati più che preziosi. Per fortuna ci venne anche in mente di comperare i biglietti per El Calafate, la tappa successiva, dico per fortuna perché è alta stagione ed erano rimasti solo 4 posti nel bus. Quella sera abbiamo preparato la cena tutti assieme ed il piatto stella è stato il pesce che Oscar aveva pescato quella stesa mattina. Cenare in quasi 20 persone è stato qualche cosa di incredibile e divertente, c’erano Americani, Slovacchi, Francesi, Spagnoli, un Maltese noi e la famiglia. E come direbbero Oscar e Gloria :“tutti assieme a condividere momenti della nostra vita.
Escursione Parco Nazionale Torres del Paine
Giorno 1: Lago Pehoé – Accampamento Italiano – Punto Panoramico MIrador Francés
Ci siamo svegliati presto perché alle 7.30 è passato a prenderci l’autobus per andare al parco che dista circa 200 km da Puerto Natales. Dopo aver pagato l’entrata abbastanza cara, sopratutto per noi Europei che normalmente non paghiamo l’entrata ai parchi naturali, abbiamo seguito i consigli di Gloria e siamo andati a prendere il catamarano che ci ha portato da un’altra parte del parco da dove abbiamo iniziato i nostri 3 giorni di camminata. Non avevamo mai fatto un trekking di tanti giorni ed all’inizio è stato un po’ strano camminare con gli zaini (per fortuna ne avevamo solo uno grande per i vestiti tenda e sacco a pelo e uno piccolo con i viveri per i tre giorni). Il primo giorno il tempo non ci è stato amico, ha piovuto tutto il giorno a momenti di più a momenti un po’ di meno ma pioggia costante ed un vento che a volte ti portava via letteralmente tanto che Rachele ad un certo punto ha dovuto aggrapparsi ad un albero. Abbiamo visto la parte del parco che si bruciò a causa di un incendio nel mese di gennaio 2012 e fu veramente triste e penoso vedere tutti gli alberi e la terra neri; davano una tristezza infinita.
A parte la pioggia e la parte di bosco bruciata è stato un bel giro, abbiamo dovuto attraversare e risalire vari piccoli ruscelli, passare per ponti allo stile avventura quelli in cui non puoi passare in più di 2 persone per volta e che si muovono tutti.
Nel pomeriggio siamo arrivati al camping italiano gratuito (ce ne sono vari nel parco ed in tutti c’è un vigilante 24 ore su 24 che ti aiuta in caso di bisogno) dove abbiamo lasciato gli zaini e siamo saliti per un altro sentiero per godere di una meravigliosa vista di un ghiacciaio, di una valle e di una catena di montagne. Una sensazione di rilassamento totale.
Alla fine della giornata abbiamo montato la tenda e siamo andati a letto come le galline perché fuori faceva freddo (0-5 gradi) ed eravamo abbastanza stanchi. Dobbiamo ammettere che tutto il materiale tecnico che abbiamo comperato ci è costato caro ma ne è valsa veramente la pena perché non abbiamo sofferto per nulla il freddo.
Giorno 2: Camping Italiano – Rifugio de los Cuernos – Rifugio Chileno – Camping Torres del Paine- Punto Panoramico Mirador Torres del Paine
Il secondo giorno per fortuna il tempo fu nostro amico c’era un bel sole intervallato da nuvole ed un po’ di vento a favore, perfetto per camminare. Abbiamo camminato in totale 10 ore e mezzo. La prima parte del sentiero passava vicino a dei laghi meravigliosi. Come ci aveva detto Gloria facendo il percorso della W in questa direzione il vento è quasi sempre a favore; e meno male, grazie Gloria!!!! Dopo 8 ore e mezzo di cammino passando da un paesaggio super verde ad uno super brullo per poi rientrare in un altro super verde vedemmo la luce: il camping!! Eravamo stanchi morti, quasi non ci reggevamo in piedi la giornata era già stata lunga ma cavolo c’era un cielo senza nemmeno una nuvola e la parte più famosa del parco le montagne che formano la Torre del Paine si potevano vedere benissimo, cosa che non sempre accade. Basti pensare che incrociammo un gruppo di ragazzi Cileni che ci dissero che era già la terza volta che andavamo la parco e che mai le avevano viste tanto bene. Quindi bando alle ciance, lasciammo gli zaini in custodia al guardiano del camping, mangiammo una banana, un po’ di cioccolata ed alcuni pistacchi e ci mettemmo di nuovo in marcia. Fu estenuante soprattutto per Rachele e la sua faccia doveva parlare da sola perché la gente le diceva: “Dai forza che ti mancano solo 35 minuti e poi ci sei”, il sentiero era molto ripido e a tratti si doveva passare per delle rocce, e poi ancora: “Dai forza che ti mancano solo 20 minuti e poi ci sei” e poi: “Dai forza che ti mancano solo 10 minuti e poi ci sei”
Arrivare in cima fu un sollievo e una bellissima sorpresa, stanchi morti super sudati e con un vento che quasi ti portava via, e loro erano li, le torri erano davanti ai nostri occhi splendide senza nemmeno una nuvola, fu uno spettacolo meraviglioso è stata una delle camminate più dure della nostra vita (perfino più dura degli 80 km in pattini) ma ne è valsa veramente la pena!!!! Rientrati al campeggio abbiamo montato la tenda, mangiato un panino veloce e ci siamo addormentati.
Giorno 3: Camping Torres del Paine – Laguna Amarga
Il giorno seguente ci rendemmo veramente conto che lo sforzo del giorno prima davvero era valso la pena perché c’erano un sacco di nuvole, stava piovendo e la gente che era andata a vedere le torri non aveva potuto vederle.
Dopo aver smontato la tenda abbiamo iniziato a scendere tranquillamente e ci siamo fermati al rifugio per prendere qualche cosa di caldo. Finalmente dopo 14 km di camminata, per lo più in discesa, abbiamo preso l’autobus per rientrare a Puerto Natales. Il parco è super ben curato non c’è nemmeno una carta per terra super pulito ed il merito è in gran parte dei visitatori che sono molto responsabili e si portano dietro le immondizie. In Europa un parco così te lo sogni.
Rientrati a casa di Gloria e Oscar, abbiamo passato un po’ di tempo con loro e i nuovi couchsurfers che nel frattempo erano arrivati ed abbiamo preparato la cena, un’altra volta c’era pesce fresco di giornata. Durante la cena abbiamo scoperto delle curiosità sui Cileni: sapevate che in Cile c’è la bottiglia di Coca Cola da 3 litri? E che i Cileni sono i più grandi consumatori di questa bevanda? Sapevate che Cile è il secondo paese dopo Germania per il consumo di pane?
Salutammo la famiglia per andare a El Calafate. Gloria, Oscar, Bastian, Enzo y Alison, grazie per la vostra disponibilità e per aver condiviso questi giorni con voi!
Laura
Che figata ragazzi!!!!!un abbraccio forte divertitevi