Scritto da Rachele Cervaro
La Bolivia è un paese piccolo, ma ricco di sorprese. Sucre, con le sue tranquille strade bianche, è stata la città che ci ha sorpreso più positivamente in tutta l’America del Sud; Potosí, con la sua storia mineraria tanto dura quanto affascinante, ci ha lasciato senza parole; e infine, il tour di più giorni nel Salar de Uyuni e nel Parco Nazionale Eduardo Avaroa, dove ci siamo sentiti completamente disconnessi dal mondo.
La Bolivia non è un paese facile in cui viaggiare, soprattutto per l’altitudine, il freddo in alcune zone e infrastrutture piuttosto basilari. Ma proprio questa difficoltà fa parte del suo fascino. Questo viaggio è stato un mix di stupore continuo, paesaggi indimenticabili e momenti che ci hanno spinto a uscire dalla nostra zona di comfort. Qui ti raccontiamo com’è stata la nostra esperienza e cosa puoi aspettarti se decidi di intraprendere un itinerario simile.
Copacabana e la Isola del Sole
Siamo arrivati a Copacabana, una delle cittadine nel lago Titicaca, dopo alcune ore di viaggio in macchina in compagnia di Agus e Seba. Lasciare Perú non è stato difficile nel senso che alla dogana per uscire da un paese normalmente non ti fanno nessun problema, semmai i problemi si possono avere all’entrare. Per entrare in Bolivia abbiamo dovuto aspettare più o meno un’oretta, i passaporti ce li hanno timbrati subito ma il povero Seba è dovuto andare avanti e indietro un sacco di volte nei diversi uffici perché ci facessero entrare con la macchina.
Fin da subito abbiamo visto che Bolivia è il paese più corrotto tra quelli che abbiamo visitato fino ad ora. Alla fine per fortuna entrammo in territorio Boliviano!!!!!!!!!! A Copacabana i nostri amici conoscevano un ostello, qui abbiamo lasciato i bagagli e siamo andati a cenare e successivamente a letto. Qui faceva un freddo tremendo ed in Bolivia sembra che non abbiamo ancora inventato il riscaldamento, così é meglio andare a letto sotto le coperte!!!!!
Durante il nostro soggiorno a Copacabana, Gábor era mezzo ammalato a causa del dente che continuava a fargli male causandogli febbre, così non abbiamo fatto grandi cose.
Il secondo giorno siamo andati a fare una passeggiata per il paese, abbiamo mangiato una trota con vista al lago sotto un sole caldino (l’unica maniera che c’è per riscaldarsi durante il giorno) e nient’altro. La sera abbiamo deciso di cambiare ostello e di trasferirci in un hotel più accogliente ed abbastanza economico nel quale Gábor potesse rilassarsi tranquillamente. Quella stessa notte con una cena ed una cioccolata calda abbiamo salutato Agus e Seba che continuavano il loro viaggio verso nuove avventure in Bolivia. Agus e Seba ci ha fatto un enorme piacere conoscervi e condividere con voi una settimana di viaggio, siamo stati benissimo in vostra compagnia e speriamo di vedervi presto!!!!
Il giorno successivo ci siamo riposati, abbiamo scritto i post per aggiornare il blog ed abbiamo litigato con internet che qui va più lento di una lumaca!!!!!
L’ultimo giorno abbiamo riunito le nostre forze, o meglio Gábor ha riunito le sue forze, e siamo andati all’isola del Sole.
L’isola del sole è abbastanza famosa perché si dice sia un’isola sacra dato che anche da queste parti sono passati gli Inca (dopo la popolazione Aymara, che era la popolazione autoctona della Bolivia). Durante il tragitto in barca anche Rachele ha iniziato a non stare proprio bene, sarà il cibo o il freddo mah. Appena scesi dalla barca un signore che vive nell’isola ci ha detto di essere il nostro guida per andare a visitare il museo e le rovine. Abbiamo pagato l’ingresso ed abbiamo seguito il signore nella visita guidata.
Siamo passati per molte spiagge e siamo arrivati alle impronte del sole, che sono delle orme che ha lasciato il sole, e che danno il nome all’isola. Queste impronte hanno la forma di un piede destro e uno sinistro, noi siamo passati sopra ad ognuna con il piede corrispondente. Nella rovina c’è un tavolo in cui si sacrificavano i Lama e le ragazze, oggi giorno si continuano a sacrificare Lama in occasioni speciali e si usa anche come altare per matrimoni in quanto si trova di fronte alla pietra sacra a forma di testa di puma.
Siamo entrati poi in un labirinto dove c’è una fonte sacra, qui la guida ci ha “battezzato” con quest’acqua affinché potessimo liberarci di tutti i nostri problemi, dei nostri mali e che tutto ci andasse bene.
Con un gruppo di ragazzi molto simpatici; un Italiano, un Catalano ed una ragazza Paraguaiana abbiamo percorso il cammino che va dalla parte nord alla parte sud dell’isola. Il percorso è molto bello, si vede sempre il lago Titicaca!!!!
Qui a volte ti fermano delle persone e ti chiedono di pagare 15 o 5 boliviani. Non bisogna pagarli solo cercano di imbrogliarti e se ti dicono che per entrare nella barca ti chiedono il biglietto, rispondi semplicemente che se te lo chiedono pagherai; tanto nessuno te lo chiederà. .
Il giorno successivo abbiamo salutato Copacabana ed il lago Titicaca e ci siamo diretti a Sucre!!!!
Sucre: Capitale storica Boliviana
Dopo Copacabana l’idea era di andare a la Paz l’attuale capitale Boliviana, alla fine abbiamo deciso di andare direttamente a Sucre. Arrivati alla stazione degli autobus di La Paz abbiamo comprato il biglietto dell’autobus notturno per Sucre. Nella stazione c’era molta confusione perché i minatori avevano bloccato alcune strade. I minatori sono molto importanti per il paese e spesso bloccano strade in segno di protesta. Per fortuna in poco tempo la cosa si risolse e potemmo andare a Sucre.
Dopo una notte tranquilla passata nel bus siamo arrivati a Sucre. Nonostante La Paz sia la capitale di Bolivia, Sucre è la capitale storica. Ci siamo sistemati in un ostello nel centro e siamo andati a mangiare al mercato centrale; abbiamo provato alcuni piatti tipici come il Saise che è carne di manzo con una sugo e pollo piccante molto buoni!!!!! Dopo pranzo siamo andati a fare un giro per la città che è ricca di edifici coloniali, chiese bianche e varie piazze tra le quali la piazza centrale che si chiama piazza 25 di maggio.
Siamo andati a vedere il convento San Felipe Neri che adesso è una scuola e si può accedere per vedere il giardino e vedere la città dall’alto dalla torre.
La bidella della scuola ci ha dato la chiave della torre affinché potessimo salire.
A Sucre anche c’è un parco molto bello ispirato a Parigi, dove si trovano un piccolo arco di trionfo ed una Torre Eiffel in miniatura. Per concludere il pomeriggio siamo saliti fino al quartiere la Recoleta che è il quartiere che si trova sopra una collina da dove si può vedere tutta la città dall’alto uno spettacolo.
La sera abbiamo passeggiato per il centro che è abbastanza animato. Il centro di Sucre si può visitare in alcune ore; a noi Sucre è piaciuta molto!!!! Potevamo essere rimasti qui un po’ di più ma al momento dobbiamo correre un po’ per vedere tutto quello che abbiamo in programma, in più dobbiamo considerare che qui è inverno e dobbiamo attraversare la cordigliera delle Ande varie volte; in inverno spesso i passi rimangono chiusi anche per vari giorni. Salutiamo Sucre e ci dirigiamo a Potosí…. le mine ci aspettano!!!!
Potosí: minatori per un giorno
Potosí è una città ancora più piccola di Sucre però come Sucre è una città molto piacevole e carina. Potosí secondo la guida è la città più alta del mondo, si trova a 4066 metri sopra il livello del mare. I viaggiatori normalmente vengono qui per vedere le mine di argento e zinco che si trovano nell’impressionante montagna che fa da sfondo alla città.
Siamo arrivati di domenica e la domenica i minatori non lavorano però le mine si possono visitare lo stesso. Sembrava che il giorno successivo, lunedì, i minatori avrebbero bloccato la strada in direzione Uyuni e noi non saremo potuti uscire dalla città. A questo punto non sapevamo se andare e vedere la mina senza minatori o, dato che sembrava che stessimo bloccati qui fino a martedì, andare a vedere la mina il lunedì. Alla fine abbiamo deciso di andare a mangiare alla fiera domenicale e poi vedere. Anche qui abbiamo mangiato specialità tipiche del paese; mondongo che è carne di maiale con un sugo che assomiglia molto a quello del goulash e un aji di carne che è carne con un sugo di peperoni.
Nel frattempo abbiamo deciso di andare a vedere la mina, non si sa mai che i minatori cambino idea e non blocchino più le strade…..
Visitare la mina è stata un’esperienza incredibile, non c’erano minatori, ma la mina aveva il suo fascino ugualmente. Siamo rimasti dentro la mina due orette e mezza, noi e Freddy, il nostro guida, nessun altro c’era un silenzio totale lì sotto. Abbiamo fatto visita la Tío (il protettore dei minatori), gli abbiamo portato sigarette (sempre bisogna portare un regalo al Tío) ed abbiamo continuato la nostra visita.
Alla fine siamo scesi fino al livello 8 che si trova a 120 metri sotto il corridoio principale, lì sotto faceva abbastanza caldo. Per scendere ai vari livelli si usano delle scale di legno fatte dai minatori, bisogna stare abbastanza attenti a scendere ma poco a poco lo si fa.
Freddy ci ha spiegato molte cose sui minatori, lui lavorava nella mina e conosce bene la vita dei minatori. I minatori masticano coca per non sentire la fame de avere più energia, bevono alcool puro perché non gli provoca male stare il giorno successivo, non mangiano mai dentro la mina perché porta male, mangiano la mattina presto prima di entrare a lavorare e quando arrivano a casa la sera. Abbiamo visto come si estraggono i minerali e Freddy ci ha spiegato come i minatori sono organizzati.
Non andremmo a lavorare li sotto per nulla al mondo ma abbiamo imparato ad avere un grande rispetto per queste persone che passano la loro vita lavorando in mezzo alla polvere e per pochi soldi. Noi li sotto non abbiamo avuto nessun problema di respirazione e nemmeno di claustrofobia, l’unica cosa che abbiamo notato è che si perde la nozione del tempo, siccome è tutto buio e l’unica luce che c’è è quella delle torce che hai nel casco, non sai mai che ora è. Alla fine è stata un’esperienza fantastica, ci è piaciuta molto!!!!!
Il giorno successivo siamo andati a prenotare il tour della salina di Uyuni sempre con l’agenzia di Freddy, abbiamo fatto una passeggiata per la città e ci siamo diretti a Uyuni.
Uyuni, la Salina e le sue meraviglie
Probabilmente la parte più attesa di Bolivia era la salina di Uyuni e l’altopiano con le sue lagune. In queste zone di solito si va con un tour dato che il cammino è praticabile solo con un jeep 4×4. Normalmente i tour durano vari giorni anche se c’è un tour che dura solo un giorno e va solo alla salina. Tutti questi tour sono incredibili e affascinanti anche se purtroppo non compiono con tutti i requisiti di sicurezza; è capitato varie volte che alcuni turisti siano morti a causa di un autista ubriaco. Ciò che possiamo consigliarvi è di parlare bene con l’agenzia e farsi assicurare che l’autista sia una persona che non beve. Noi da questo punto di vista non abbiamo avuto problemi il nostro autista era super sobrio. Dopo aver avuto una buona esperienza con Freddy a Potosí, abbiamo riservato il tour con la sua agenzia. Siamo arrivati a Uyuni con un bus mezzo sconquassato che non era nemmeno della compagnia con la quale avevamo comperato il biglietto, ma va bhe sappiamo che in Bolivia non è mai esattamente come ti dicono. Uyuni è tutt’altro che un bel posto, è semplicemente una cittadina turistica da cui partono tutti i tour per le saline e l’altipiano.
Dopo aver passato una notte con abbastanza freddo iniziammo il tour!!! Il nostro autista si chiamava Omar e i nostri compagni di viaggio erano Cory, un ragazzo Canadiense, e tre persone della Paz madre e due figli Jose e Gabriel che avevano più o meno la nostra età. Il tour è iniziato con la visita al cimitero dei treni che è un posto dove ci sono un sacco di treni antichi di origine inglese e francese ai quali si può salire per fare foto.
La seconda fermata l’abbiamo fatta in un paesetto in cui le persone raffinavano il sale e c’era anche un museo con statue di sale. Poi siamo entrati nella salina per vedere le montagnole di sale qui, si vedevano come le persone che lavorano nelle saline preparano il sale per poi trasportarlo e raffinarlo. Fino all’orizzonte si vedeva tutto bianco, un paesaggio suggestivo!!!!! Era incredibile sembrava tutto innevato per km e km invece era tutto sale per km e km!!! In alcuni punti lo strato di sale arriva a toccare i 100 metri di profondità.
Abbiamo visto anche gli occhi della salina che sono dei buchi nel suolo in cui c’è acqua. Ci siamo fermati poi a visitare un hotel di sale che adesso non è più in uso in quanto rovinava l’ambiente. Il paesaggio completamente bianco ti permette di fare delle foto divertenti utilizzando l’effetto ottico di un grande spazio piano. Come tutti anche noi non siamo stati da meno e ci siamo fatti alcune foto divertenti!!!!
Una delle cose che ci hanno impressionato è stato che nel suolo il sale aveva assunto forma di esagono , sappiamo che la forma cristallina del cloruro di sodio è l’esagono ma è stato troppo affascinante vederlo davvero!!!!! Nella salina c’è un isola che si chiama Isola del Pesce, in quest’isola ci sono un sacco di cactus uno dei quali è alto 9 metri de ha 900 anni!! Da qui si può vedere la salina dall’alto e le montagne e vulcani che stanno tutto attorno; è uno spettacolo indimenticabile!!!!
Il pomeriggio ci siamo fermati un’ultima volta dentro la salina per fare alcune e altre foto de apprezzare per l’ultima volta questo posto incredibilmente fantastico!!! Abbiamo visto il tramonto al lato della salina; a quest’ora si alzò un vento molto forte de iniziò a fare molto freddo. Siamo entrati all’hotel dove per fortuna ci aspettava un te caldo caldo. L’hotel era fatto interamente di sale; le pareti, la tavola, le sedie e perfino il letto!!!
Il secondo giorno ci siamo alzati presto la mattina ed abbiamo continuato il tour per l’altopiano Boliviano. Abbiamo fatto una fermata per vedere delle rovine Inca (laquaya) che non sono ancora diventate ne famose ne turistiche, noi siamo capitati li perché Jose, uno dei ragazzi della Paz è archeologo. Ci siamo fermati poi in una necropoli dove abbiamo visto mummie dentro delle tombe di pietra con tanto di buco per guardare dentro. Poi abbiamo fatto visita al vulcano Ollaque che è un vulcano attivo da cui sale il fumo dal cratere. Il tempo è peggiorato ed ha iniziato a fare freddissimo con un vento che ti tagliava la pelle. Abbiamo mangiato in una laguna molto bella nella quale c’erano dei fenicotteri ma il tutto fu molto veloce per evitare di congelarci.
Nella laguna successiva c’erano ancora più fenicotteri che nella precedente, qui esistono due tipi di fenicotteri che sono presenti solo in sudamerica.
La penultima fermata del giorno l’abbiamo fatta per vedere una pietra a forma di albero si chiama l’albero di pietra appunto. L’ultimo posto che abbiamo visto, e per noi il più bello della giornata, è stata la laguna colorata questa laguna è incredibile in quanto ci sono delle alghe che danno ad alcune parti della laguna un colore rosso. E’ un posto spettacolare peccato che anche qui c’era un vento fortissimo e non abbiamo potuto goderci il posto.
Oltre il danno la beffa, arrivati al hotel non c’era nemmeno l’ombra di qualche cosa che riscaldasse, fuori nevicava, c’era un vento fortissimo e dentro l’hotel ci saranno stati 4 gradi, inutile dire che appena finito di cenare ce ne siamo andati a letto!!! In più se chiedevi una coperta extra o carta igienica dovevi anche pagarla, ma se avevamo pagato il tour, che cosa…. ma anche questa è Bolivia!!!!! E no che poi la gente ha un’opinione non molto buona di questo paese, cavolo se la cercano!!! Per fortuna questi buzzurri sono solo quelli che lavorano nel turismo, per il resto i Boliviani sono persone molto gentili e cordiali. Arrivati all’hotel ci hanno informato che il programma per il giorno successivo era stato cancellato a causa della neve e che noi che dovevamo andare in Cile non ci saremo potuti perché la frontiera era chiusa. Alla fine dopo tante discussioni siamo riusciti a fare in modo che il nostro autista ci accompagnasse ad una frontiera più a nord che era aperta. Chiaramente abbiamo dovuto pagargli il piacere, cosa che ci sembrò scandalosa dato che quel giorno non avrebbe consumato tutta la benzina in programma visto che il tour era stato cancellato. Non abbiamo avuto alternativa, se non lo pagavamo ci avrebbe riportato a Uyuni ed avremo perso molto tempo.
Il terzo giorno ci siamo alzati presto e ci siamo diretti alla frontiera di Ollanque. Nel tragitto ci siamo fermati a fare colazione in un piccolo paesetto. Il tempo era bello c’era un sole splendente, abbiamo visto dei volatili grandi che si chiamano Suris che assomigliano agli struzzi ed anche un posto con moltissime rocce che avevano forma di leone, pappagallo e testa di persona. Siamo arrivati in una comunità dove abbiamo salutato la madre ed i due figli, che avevano una riunione, ed abbiamo proseguito verso la frontiera. Alla frontiera abbiamo dovuto subire l’ultima cavolata Boliviana, per metterci il timbro nel passaporto abbiamo dovuto pagare, scandaloso; non avevamo tempo di discutere perché il nostro bus era già arrivato, abbiamo pagato, li abbiamo mandati a quel paese per sotto e ce ne siamo andati. Dovevamo andare a San Pedro de Atacama ed eravamo già preparati a cambiare alcuni bus per arrivare a destinazione. Per fortuna il bus che abbiamo trovato alla frontiera andava diretto a San Pedro de Atacama in Cile, meno male, nella sfiga abbiamo avuto fortuna. Anche l’autista del bus era simpatico, e dopo alcune ore di viaggio ed una fermata a Calama per mangiare siamo arrivati a San Pedro de Atacama. Nel bus abbiamo conosciuto una signora simpatica che aveva un ostello, abbiamo contrattato con lei il prezzo ed il bus ci ha portato direttamente lì. Alla fine siamo arrivati a San Pedro de Atacama sani e salvi, i prossimi giorni visiteremo il deserto più arido del pianeta, il deserto di Atacama!!!!
Ciao ciao Bolivia!!!!!!!!!
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