Se uno pensa che al nono mese della nostra avventura siamo stanchi di viaggiare, la risposta è: non ancora. Alle 7 della mattina eravamo già sulla spiaggia di Gili Meno. Arrivati al porto di Bangsal dove abbiamo preso lo shuttle.-bus per Lembar e giusto giusto abbiamo fatto in tempo a prendere il traghetto per Padangbai, Bali. Le quattro ore di viaggio sono volate perché eravamo in buona compagnia; una coppia catalana e Christelle, una ragazza francese. A Padangbai siamo saliti sullo shutlle-bus per la stazione degli autobus di Denpasar. Non sapevamo se potevamo prendere direttamente un autobus notturno per Malang nell’isola di Java, ma l’autista dello shuttle bus aveva già contattato gente nella stazione di Denpasar e ci aveva già organizzato il trasporto che alla fine non ci è costato molto. Durante la notte il bus si mise dentro al traghetto e lasciammo definitivamente Bali per entrare a Java. Ci avevano detto che con il biglietto del bus c’era la cena inclusa ma visto che non vedevamo arrivare nulla da mangiare ed eravamo affamati perché in tutta la giornata avevamo mangiato solo dei cup noodles, non ci rimase altro che dormire. Alle 3.30 della mattina il bus si fermò e tutti ci dissero di scendere, non ci crederete ma c’era la cena che ci aspettava, alla fine avevamo capito bene!
Siamo stati sorpresi di vedere la gente mangiare riso e pollo a quell’ora, ma lo abbiamo fatto anche noi. Probabilmente anche loro avevano mangiato solo un cup noodle in tutto il giorno hihihi!!! Ci cambiarono di autobus ed alle 7 della mattina (secondo il nostro orario, perché in realtà erano le 6) siamo arrivati alla stazione degli autobus di Malang. In tutto sono state 24 ore di viaggio, meno male che non ci sono stati contrattempi, se no Dio solo sa quanto ci avremmo messo! Ci siamo sistemati in una stanza molto basica e molto economica che però ci è sembrata degna.
Dopo un riposino, siamo andati a fare una passeggiata per Malang. Malang è una città autentica con pochi turisti dove si può veramente assaporare e conoscere la cultura indonesiana. Strade strette, fiori e parlando di traffico abbastanza tranquilla. Camminando per le strade non è raro sentire: “Hello Miss”, “Hello Mister” ed incontrare ragazzi che si avvicinano per parlare con te, non vogliono nulla, semplicemente praticare inglese e parlare del Barça o del Madrid. L’isola di Java è per la maggior parte mussulmana. Abbiamo visto varie moschee ed un tempio buddista. Ci sorprese vedere varie chiese cattoliche. Lo sappiamo che non si fa, però dopo tanti giorni di cibo indonesiano per quanto buono, siamo caduti in tentazione e siamo andati a mangiare ad un McDonalds.
All’una della mattina Santor, il nostro guida per l’escursione (in realtá è un autista) al vulcano Bromo, ci aspettava. Santor è un personaggio nel vero senso della parola, rideva in una forma molto divertente, ci siamo divertiti molto con lui. Siamo partiti durante la notte per vedere l’alba nel vulcano Bromo ma non si sa perché ad un certo punto Santor si è fermato in una stazione di servizio e ci siamo messi a dormire. Crediamo di avere dormito un po’ troppo perché quasi ci siamo persi l’alba. Vedere il monte Bromo che cambia colore a mano a mano che il sole sorge è un bello spettacolo.
Quando il sole era già alto abbiamo fatto una passeggiata di 45 minuti per attraversare la valle ed arrivare in cima al vulcano, qui c’era un sacco di gente e molti andavano a cavallo alzando una polvere tremenda. Per noi erano un po’ ridicoli sopratutto i giovani, la salita non era nulla di difficile. Arrivati in cima dal vulcano usciva un gran fumo, la vista dell’enorme cratere è impressionante ma stranamente non c’era nessun odore di zolfo. Il vulcano Bromo è uno dei più attivi, bisogna sperare che non abbia una brutta giornata…
Al rientro Santor si è fermato più volte, una per fare colazione, un’altra per farci provare il mango da una venditrice ambulante, (ah era buonissimo, dolcissimo) ed alla fine siamo arrivati a casa di alcuni suoi amici che si trovano due volte al mese per cantare e ballare. La cosa strana è che lui e noi eravamo le uniche persone giovani del gruppo. Alla fine scoprimmo che Santor era l’unica persona che sapeva ballare bene ed insegnava a tutti gli altri. Santor volle a tutti i costi ballare con Rachele e le insegnò il chachacha indonesiano ed altri dei balli tipici mentre Gábor faceva un video cercando di non muoversi molto a forza di ridere. Non appena Santor diceva qualche cosa tutte le donne si mettevano a ridere, o ci stavano prendendo in giro (non lo sapremmo mai) o bho, il fatto è che sembravano tutte innamorate di Santor.
Lasciamo Malang e con il treno arrivammo a Solo. Solo è una città nel centro dell’isola di Java vicino a Jogyakarta. La classe turistica non era per niente male, c’era l’aria condizionata ed una hostess che ti portava da mangiare, ovviamente a pagamento ma con prezzi decenti. Arrivati alla stazione di Solo per raggiungere la Home Stay, siamo saliti nel nostro primo “becak” una specie di “rickshaw”; eravamo un po’ ridicoli da vedere con lo zaino e tutto il resto!!
Anche qui abbiamo trovato un alloggio basico ma confortevole. Abbiamo fatto una passeggiata nel centro ma siccome Rachele aveva l’otite e non aveva molta voglia di camminare, siamo stati solo nella strada principale. Al nostro risveglio una colazione tipicamente indonesiana ci aspettava……
Dopo siamo andati giusto un momento al mercato di batik (tessuti dipinti) ed a mezzogiorno abbiamo preso un altro “becak” per tornare alla stazione dei treni. Ci stiamo abituando ai “becak” è molto divertente anche se il povero uomo suda un sacco!!
WYW
Caspita!! Dovrei incominciare anche io a fare colazione come voi!!! Un grande apporto nutritivo…l’ideale per affrontare la giornata!
Che belli quei vulcani! Ma si possono visitare solo con la guida oppure è possibile andarci anche da soli??
Rachele & Gábor
Ciao WYW, si quasi non c’è bisogno di pranzare! Il vulcano è il Bromo e non serve la guida per andarci ció che serve è un trasporto. In realtá non ti offrono una guida, ti offrono un pacchetto con trasporto e colazione poi la camminata te la fai da solo. L’autista lo chiamano guida, ma rimane sempre un autista.